18 febbraio 2024

SGUARDI AL FEMMINILE SU MARGHERITA PIERACCI HARWELL

E’ dedicata a Margherita Pieracci Harwell la prossima tappa – martedì 20 febbraio ore 16,30 – dell’ intrigante viaggio nella letteratura del novecento proposto dalla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III , la conversazione condotta dalla filosofa Ester Basile sarà illustrata dalle Immagini video di Maria Rosaria Rubulotta e letture dell’attrice Adriana Carli. 

Nome poco noto al grande pubblico Margherita Pieracci Harwell ha vissuto gran parte della sua vita negli Stati Uniti  dove è stata docente di Letteratura Italiana moderna e contemporanea presso la University of Illinois di Chicago. Trai suoi principali interessi  di ricerca  lo studio di Giacomo Leopardi. Secondo la  Harwell “Si legge, come si scrive, perché la vita ci va stretta, coi suoi limiti – forse qualcuno pensa perciò che la letteratura sia un’evasione. Ma ci va stretta la vita quando non ne cogliamo abbastanza la densità, lo spessore”
Margherita Pieracci Harwell  si è molto interfacciata con i protagonisti del Novecento italiano a lei contemporanei  come Ignazio Silone, Anna Maria Ortese,  Anna Banti, analizzandone gli scritti, tecniche e procedimenti.  La Harwell stessa commenta  “Ne sono nate splendide amicizie, che a loro volta mi illuminano per un grado più intenso di comprensione, e a cui devo quasi tutto quel che ho infine imparato.  “

 Dal 1987 cura l’opera  l’amica Cristina Campo   per gli editori Adelphi e Scheiwiller  con gran passione impegnandosi per diffonderne testi e pensiero.  Per  la Campo ha curato i volumi “Gli imperdonabili” e “La tigre assenza”, oltre a “Lettere a Mita”, una  raccolta delle lettere a lei inviate dalla Campo dal 1952 al 1975.  Un libro che non è solo un epistolario ricco di emozioni   che illustra un’amicizia nata  sotto il segno e nel nome di Simone Weil ma un’opera di straordinaria qualità letteraria:  nelle lettere la scrittura della Campo riesce a esprimere una gamma così mutevole e cangiante di intonazioni e di sfumature, a volte cullante, e quasi incantatoria, in altri è sferzante, aspra, risentita; ma  appare sempre, in esse, la profondità di un pensiero.


ESTER BASILE , nota filosofa dell’Istituto Studi Filosofici, con al tuo attivo il Festival della Filosofia di Narni, giunto alla 18 edizione con varie medaglie del Presidente della Repubblica, dall’anno scorso conduci alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III una rassegna sulle scrittrici del novecento, che prosegue con vivo interesse.

Dal 13 aprile abbiamo avviato questo percorso di svelamento nella storia della letteratura del novecento partendo dalle narrazioni delle icone del pensiero femminile da Virginia Woolf ad Annamaria Ortese, a Elsa Morante e così via. Una sorta di percorrenza che alimenta la memoria e il desiderio che la letteratura travalichi la vita.

Dal 19 ottobre la rassegna si è rivolta alla costellazioni di scrittrici contemporanee, Uno spaccato su voci importanti della Letteratura del ‘900 in una ricerca di comunanze e di linguaggi. C’è un filo che collega la traccia della ricerca che presenti in biblioteca e prospetta nuove riflessioni. Dopo l’incontro dedicato a Cristina Campo, è la volta della Pieracci Harwell

La Pieracci Harwelli , 40 anni all’ Università di Chicago, professoressa emerita di letteratura italiana , è  stata amica di Selma Weil la mamma di Simone Weil , di Margherira Guidacci e di Cristina Campo

Dagli scritti della Pieracci Harwelli emerge un modo nuovo di affontare la letteratura non solo attraverso i documenti e gli studi ma le testimonianze.

Hai ragione , cara Lydia, la Pieracci si circonda di un entourage di  intellettuali  fortissimi, di terziari, filosofi, letterati in un periodio in cui era importante che la cultura avesse un volto, evidentemente  dobbiamo continuare così. Questa è  una grande lotta, una grande ragione di resistenza in un mondo che offusca le Personalità

15 gennaio 2024

MUSEO E BIBLIOTECA UNITI DALLA STORIA  

La Reggia sul mare ha incantato  e stupito anche questa volta, raggiungendo con il suo fascino  i visitatori venuti a Napoli, l’11 e 12 gennaio, da varie parti del vecchio continente, per il meeting dell’ Associazione Residenze Reali Europee (ARRE). Gli ospiti provenienti dalle più belle Regge conosciute, da Versailles al Castello di Sissi, dal Palazzo del Principato di Monaco alla residenza dell’ultimo re di Polonia, Stanislao II,  erano un pubblico non facile da  stupire e conquistare, già uso agli stucchi dorati, agli arredi sfarzosi, ai soffitti affrescati , ma che a Napoli hanno trovato un fascino diverso, la bellezza di un Palazzo Reale avvolto dal mare, che come un prezioso scrigno conserva e rimanda seduzioni molteplici  dove la storia si racconta attraverso narrazioni tridimensionali, architettoniche, artistiche , ma anche documentali,  costituite da testimonianze autentiche.

Il tema dell’incontro era proprio questo,  il nodo della tutela e valorizzazione museale dei palazzi che ospitano al loro interno non soltanto i Musei ma anche altre realtà di uffici o servizi; i  delegati dei sette paesi rappresentati (Austria, Germania, Francia, Ungheria, Monaco, Polonia e Italia) si sono confrontarsi ed  hanno discusso delle varie problematiche e delle possibili soluzioni relative alla gestione di queste convivenze complicate,  che a volte presentano vere difficoltà . Alcune Regge europee ospitano rami del parlamento o organi di governo locale, residenze dei capi di Stato o istituti con esigenze differenti da quelle museali.

 A Napoli nell’ala est di Palazzo Reale, che guarda verso il Maschio Angioino e sovrasta il porto di Napoli, fu trasferita dal 1927 la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, già Reale Biblioteca Borbonica, ormai è passato quasi  un secolo! Nelle belle sale  corredate  da  splendidi stucchi, alcune anche  da affreschi settecenteschi, e completate di arredi da biblioteca di notevole fattura,  si sono di giorno in giorno composti nuovi vissuti. Nelle sale di studio si sono fermati  nel tempo famosi scrittori, scienziati, eminenti medici, cattedratici, avvocati illustri, noti artisti , musicisti e lo stesso Ministro della cultura Sangiuliano, che hanno aggiunta una nuova memoria alla storia del palazzo, senza cancellare la precedente. Negli ambienti  l’eco delle danze reali si mescola in lontananza al boato delle bombe che colpirono il palazzo  durante la seconda guerra mondiale,  mentre la storia dei sovrani che hanno dimorato nel palazzo  si rafforza attraverso le testimonianze di codici , autografi e manoscritti dell’epoca.

I napoletani che tornano dalle isole a bordo di aliscafi e traghetti scorgono da lontano la grande Reggia della città, e riconoscono le sale della biblioteca dove hanno studiato o studiano. Le memorie si sommano a quelle dei più anziani, che percorrendo via Verdi, prima di arrivare ai Cavalli di Bronzo, scorgono la grande scritta Biblioteca Nazionale che sovrasta il bel cancello  tenuto chiuso dagli anni del terrorismo, e si chiedono perché non riapre, restituendo un altro pezzo di storia alla città?

Le delegazioni dell’ Associazione Residenze Reali Europee sono state accolte  dal direttore Mario Epifani [nella foto ] che ha aperto i lavori parlando della coesistenza di vari istituiti all’interno del Palazzo Reale, in particolare la Biblioteca Nazionale, dove i rappresentanti di ARRE stati condotti in visita riaprendo eccezionalmente per l’occasione la porta che separa il  museo, dagli ambienti ora a sede della Biblioteca: le Sale di Consultazione. Ad accoglierli la responsabile della Biblioteca nazionale Lucia Marinelli, la responsabile della sezione Consultazione Vanda Valitutto e la responsabile del Polo SBN Maria Rosaria Imbriani che ha illustrato il percorso di visita coadiuvata da Titty Minopoli, insieme ad un folto gruppo di bibliotecari, funzionari e personale.

Una porta simbolica, che non separa, ma che schiude a nuove suggestioni di memoria. Gli ospiti stranieri  hanno attraversato la porta diretti come i sovrani dall’ Appartamento di Etichetta alle loro stanze private. Fuori l’incanto del giardino pensile affacciato sul mare per un momento ha ricreato la magia: ecco il rumore della seta degli abiti sontuosi ornati di pizzi e velluti,  che strusciano mentre la Regina e le dame di corte accelerano il passo per ritirarsi. Ecco i bagni reali con la Venere che sorge dalle acque e i dipinti che richiamano le antichità di Pompei e di Ercolano. Le memorie si intrecciano e rivivono, e la storia la tocchi con mano, non la raccontano più solo gli oggetti di un museo. Perché lì a pochi passi, nelle stanze vicine, ci sono i ritrovamenti di quegli scavi: i famosi Papiri di Ercolano, unici, irripetibili. E più avanti tutti i tomi delle “Antichità di Ercolano”, una  pubblicazione di pregio voluta da Carlo di Borbone per trasmettere in tutta Europa  l’immagine di una corte maestosa,  che vantava il ritrovamento dei preziosi reperti archeologici di Pompei ed Ercolano.

La pubblicazione è frutto di un prestigioso un polo tipografico editoriale a servizio della Monarchia delle Due Sicilie, che si avvaleva dei migliori incisori e disegnatori dell’epoca, attivo fino a metà 800, e che aveva sede in Palazzo Reale. Perché fin dalle epoca di Carlo di Borbone il Palazzo Reale di Napoli si presenta proprio così come cittadella polivalente,  dove coesistono diverse realtà,  dalle sede di governo,  alle realtà produttive, ed anche la Biblioteca privata del re, la biblioteca Palatina, oggi confluita nella Biblioteca Nazionale di Napoli.

Gli ambienti, le architetture, i quadri, gli oggetti e gli arredi  di una Reggia raccontano la storia di una dinastia, l’iconografia del palazzo ed a volte l’iconologia delle immagini che vi sono racchiuse. Le collezioni della biblioteca  documentano il vissuto, le emozioni, il pensiero di chi ha abitato queste stanze, offrendo al visitatore un approccio di lettura nuovo ed in più.

 La sala Palatina , con  il leggio  rotante della Regina Maria Carolina e un pregiato tavolo di lettura (che appunto si ammira durante la visita al secondo piano) racchiude la storia di una regina contraddittoria,  negli ultimi anni crudele nel perseguitare i rivoluzionari della Repubblica Napoletana, ma negli anni precedenti di regno  intellettuale sensibile e raffinata :  seduta al suo tavolo di lettura forse la regina conversava con Eleonora Pimentel Fonseca, che aveva scelto come bibliotecaria,  e forse qualche volta, vogliamo immaginarlo,   si intratteneva   con  accademici come Gaetano Filangieri, Domenico Cirillo e Giuseppe Maria Galanti.  

Il tour è proposto tutti i giorni a chi ha voglia di conoscere la grande biblioteca napoletana gratuitamente. Le Visite accompagnate, che comprendono anche la sezione Lucchesi Palli ed -a richiesta- la Biblioteca di Elena D’Aosta con la collezione di zoologia, sono  gratuite e si  effettuano  da lunedì a giovedì alle 12:00 e alle 16:00, venerdì solo alle 12,00 e non occorre prenotazione. Qualcuno proprio sulla gratuità della visita getta qualche frecciatina, così come è gratuita la visita ai bei giardini del Palazzo, ma in una visione moderna di fruizione di beni storici ed architettonici, favorire la massima accessibilità può educare a visitare i siti storici e far aumentare la frequentazione degli stessi musei. Inoltre è limitativo calcolare il gettito prodotto dai musei, misurando solo la vendita dei biglietti, senza tener conto della ricaduta sull’indotto circostante di attività di ristoro e di accoglienza, e  di terziario in genere.

A Napoli la coesistenza tra Museo e Biblioteca nessuno la discute più, la Biblioteca appartiene alla storia della città, certo la convivenza, non si nega, presenta qualche difficoltà, ma la risoluzione dei problemi è favorita dallo essere entrambi gli istituti dipendenti del Ministero della Cultura. Ciò che manca è , la piena autonomia gestionale della Biblioteca Nazionale di Napoli, che consentirebbe una maggiore speditezza nelle decisioni ed effettuazioni. Eppure la Biblioteca di Napoli, la prima ad essere dichiarata Biblioteca nazionale Italiana,  si può considerare per l’importanza del patrimonio librario la terza d’Italia, dopo le due Biblioteche centrali di Firenze e Roma, che l’autonomia c’è l’hanno e come.

20 marzo 2024

TOLKIEN UOMO, PROFESSORE, AUTORE

di Lydia Tarsitano

In un buco nel terreno viveva uno Hobbit” così John Ronald Reuel TOLKIEN ha svelato a più generazioni di lettori la letteratura fantastica ed ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo, rendendolo tra gli autori più letti del pianeta.

A cinquant’anni dalla scomparsa arriva a Napoli la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien. Ideata e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, è ospitata fino al 2 luglio 2024, nei nuovi spazi espositivi -da poco rinnovati- di Palazzo Reale di Napoli. Nella città partenopea, meta turistica sempre più richiesta con il tutto esaurito per la settimana di Pasqua, si prevede di ripetere il successo della prima tappa dell’itinerario espositivo alla Galleria Nazionale di Roma, che ha visto partecipare più di 80.000 visitatori desiderosi di conoscere la storia de La Terra di Mezzo e dei suoi abitanti: Hobbit , Elfi, Nani e Uomini, una storia che nel tempo è diventata leggenda e si è poi trasformata in Mito. Dalla sconfinata fantasia di Tolkien sono infatti nati racconti che si sono elevati ad una notorietà di dimensioni planetarie come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion, tradotti in trentotto lingue e pubblicati in tutto il mondo, un fenomeno che coinvolge almeno cinque generazioni di lettori

L’immersione nell’universo creato da Tolkien si realizza mediante un articolato percorso espositivo tra manoscritti, autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico. In mostra oltre le documentazioni provenienti dagli adattamenti cinematografici, come il film d’animazione di Ralph Bakshi, trovano ampio spazio vecchie e nuove pellicole, la più famosa delle quali è la trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, che ha guadagnato ben 17 premi Oscar, che ha messo in scena al cinema una delle saghe più eroiche e popolari della letteratura mondiale. Un viaggio senza eguali che permetterà agli appassionati e al grande pubblico di avvicinarsi suo processo creativo e di comprendere quanto la sua vita, ma anche la straordinaria conoscenza del mondo antico, lo abbiano influenzato .

Tolkien viene notoriamente considerato uno dei padri fondatori del genere fantasy,  infatti, nonostante vari autori si fossero già cimentati nel genere prima, rese il suo immaginario un mondo vivido e distinto, separato  da quello reale, e l’autore sostenne sempre questa netta distinzione. E’ ovvio, che sebbene la narrazione del romanzo “fantasy” da lui scelta, voglia rappresentare un mondo “fantastico” e “senza tempo”, ciò non la mette al riparo dal suo vissuto, calato nella prima metà del XX secolo e i cupi avvenimenti della seconda guerra mondiale. La mappa del Signore degli anelli richiama l’Inghilterra (la contea), l’Urss (il regno di Sauron), l’Europa occidentale (il regno degli uomini) ecc. Anche la trovata geniale dell’opera di Tolkien sul ruolo dell’anello degli anelli, ovvero “Non ci si può servire dell’arma del “cattivo”per fare qualcosa di buono” ha una sua allegoria, ovvero finché non è distrutto l’anello, potrebbe tornare al male con conseguenze devastanti per la terra di mezzo, cioè l’Europa nord-occidentale. Ma ecco che entrano in scena gli hobbit, che essendo innocui, possono custodire l’anello senza fare danni, giungendo poi a destinazione per distruggerlo.

Tolkien rivendica la sua posizione di estraneità dalle dinamiche del mondo che vive e sostiene che l’opera non può essere identificata con l’autore infatti il mondo del Signore degli Anelli integra tanti personaggi con visioni molto diverse tra loro, e nessuna di questa coincide con quella dell’autore.

Tolkien fu personaggio molto discusso per le sue idee politiche e sociali, e sopratutto accusato di conservatorismo. Oggi ad anni distanza dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit (1937) e dagli avvenimenti della seconda guerra mondiale, Giuseppe Pezzini, professore di Latino al Corpus Christi College presso l’Università di Oxford e Tolkien Editor del «Journal of Inklings Studies», tra gli esperti che hanno curato il catalogo della mostra, scrive in un recente articolo che Tolkien è difficilmente riducibile ad un’etichetta, e come il concetto di ‘conservatore’ al massimo può descrivere solo un aspetto di una complessa personalità, il cui l’unico tratto dominante sembra essere l’ostilità verso qualunque progetto egemonico (anche in campo letterario) <<… non c’è dubbio che Tolkien fosse un tradizionalista, un reazionario, o più semplicemente un uomo con un atteggiamento ‘conservatore’ sulla politica, e sulla vita in generale. Tolkien è spesso descritto come fosse un gentiluomo di campagna, affezionato al mito della ‘Vecchia Inghilterra’; un paladino dell’Occidente e dei suoi ‘valori’, dominato dalla nostalgia di una perduta società cristiana e dal rimpianto per la cultura medievale, da recuperare e ‘restaurare’ appunto con la sua “epica inglese”… >>

La mostra Uomo, Professore, Autore , a cura di Oronzo Cilli , organizzazione di Alessandro Nicosia, è la più importante retrospettiva del suo genere in Italia per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte: l’Archivio Apostolico Vaticano, la Bibliothèque Alpha dell’Università di Liegi, l’ Università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, la Biblioteca civica di Biella, le case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompiani, il Greisinger Museum di Jenins e la Warner Bros Discovery. Il catalogo che accompagna la mostra si avvale dei contributi di Adriano Monti Buzzetti Colella, Giuseppe Pezzini, Emma Giammattei, Francesco Nepitello, Chiara Bertoglio, Gianluca Comastri, padre Guglielmo Spirito, Fabio Celoni, Davide Martini, Roberta Tosi, Salvatore Santangelo, Stefano Giuliano, Claudio Mattia Serafin, Gianfranco de Turris, Paolo Paron e Domenico Dimichino.

Napoli – Palazzo Reale Fino al 2 luglio : Ore 9.00-20.00 (ultimo ingresso ore 19.00) Mercoledì chiusura settimanale Biglietto mostra Tolkien e Museo (10,00 euro intero; 2,00 euro ridotto. Gratuità secondo legge);biglietto solo per la mostra Tolkien (8,00 intero; 2,00 euro ridotto. Gratuità secondo legge).


Accesso gratuito durante l’iniziativa #domenicalmuseo,ogni prima domenica del mese

23 gennaio 2024

Il “QUANDO” DI MANUELE ALEGRE E’ POESIA

di Lydia Tarsitano –

L’ EDIZIONE ITALIANA A CURA DI MARIA LUISA CUSATI: PRESENTAZIONE ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI -Giovedì 25 gennaio ore 17

Napoli – Torna Maria Luisa Cusati alla Biblioteca Nazionale  Vittorio Emanuele III con 𝑸𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 di Manuel Alegre. L’ultimo poema pubblicato dal grande poeta portoghese [Uscito nell’autunno 2020], versi che inducono alla riflessione  sulla vita, sul mondo e sulla stessa poesia. Intervengono  la giornalista 𝐃𝐨𝐧𝐚𝐭𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐓𝐫𝐨𝐭𝐭𝐚 e 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐚 𝐑𝐮𝐬𝐬𝐨, Rettrice dell’Università degli Studi Internazionali di Roma UNINT, saluti ed introduzione di  Lucia Marinelli, responsabile della Biblioteca e l’editore Aldo Putignano.

Intellettuale e uomo politico portoghese, perseguitato dal regime salazarista e costretto a emigrare [tornato in Portogallo solo dopo il 1974] Manuel Alegre è considerato uno dei massimi scrittori contemporanei, autore di raccolte poetiche e testi in prosa tradotti in molte lingue; nei suoi versi la percezione individuale del tempo è motivo ricorrente,  ma nell’ultimo poema si fa più pressante, piegato  dall’inquietudine della  vita che scorre inesorabile.  𝑸𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐, l’avverbio usato come titolo, ne enfatizza la soggettività, mentre Il lettore si confronta con il tempo, ovvero con la sua esistenza: il passato, ovvero con le esperienze; il tempo presente, che è un tempo chiuso; e le incertezze che ci aspettano all’orizzonte, ossia il tempo a venire. La vita, quella di tutti noi,  che ci indica con riferimenti a poeti e scrittori, da Omero, Virgilio, Dante, Camões e Shakespeare, ma anche Bob Dylan, presentandoci anche personaggi come Mandela e Stalin e fatti storici quali la guerra coloniale, il maggio del 1968 e l’America di oggi.

Maria Luisa Cusati ne ha curato per Homoscrivens l’edizione italiana,  realizzandone la traduzione  ed  arricchendo il testo di una minuziosa  appendice  che  introduce alla figura  ed all’opera del poeta. Il volume, con il testo portoghese a fronte,  testimonia il profondo legame di Alegre con l’Italia: piacevole chicca, la Cusani  regala alcuni dei versi che Manuel Alegre ha dedicato alla città di Napoli. La poesia come saggezza del mondo e dell’uomo è , infatti la soluzione che i versi di Manuel Alegre ci propongono sempre.

Console Onorario del Portogallo a Napoli  dal 1994, Maria Luisa Cusati, Professore di Letteratura Portoghese e Brasiliana all’Università “L’Orientale” e all’Università “Suor Orsola Benincasa”, è impegnata da anni con l’ “Associazione Italia-Portogallo”, da lei presieduta,   nel  promuovere la conoscenza del Portogallo, della sua lingua, della sua storia straordinaria, delle espressioni della sua cultura, rimaste troppo tempo in ombra, realizzando mostre, convegni, conferenze,  incontri  con lettura di poesie ,  moltissimi nelle sale della sezione Venezuelana della Biblioteca di Napoli.

18 gennaio 2024

LA RISCOPERTA DI CRISTINA CAMPO

di redazione – NA.

Personalità complessa e contradditoria, Vittoria Guerrini  (Bologna, 1923 – 1977] poetessa, scrittrice e traduttrice nota come #CristinaCampo  (Bologna, 1923 – 1977). Fu una delle voci poetiche più sublimi del novecento, originale interprete della più profonda spiritualità della letteratura europea.    Rimossa   dagli ambienti letterari degli anni post contestazione,  perché considerata reazionaria, antimodernista e di destra,  è stata riscoperta recentemente dalla critica e dal pubblico,  grazie alle sue pubblicazioni apparse postume, di cui molte curate dall’amica Margherita Pieracci Harwell, con la quale intrattenne una corrispondenza ultra ventennale.

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17 dicembre 2023

ECCE LIBRO: LA POESIA DI FORUGH FARROKHZAD

di Lydia Tarsitano

Per i tipi di Bompiani esce a cura di Domenico Ingenito l’opera poetica completa di Forugh Farrokhzad, (Io parlo dai confini della notte. Tutte le poesie, Bompiani, pagine 790, euro 30,00), la prima edizione al mondo che raccogliere tutte le poesie sia in persiano che in traduzione italiana. Un lavoro di estremo interesse ed attualità, che permette di avvicinarsi alla poesia iraniana ed a questa straordinaria anticipatrice, figura di rottura e ribellione.

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8 novembre 2023

IO SONO

di Cinzia Rosaria Baldi -

La scia di dolore e sangue, che accompagna in modo inarrestabile la morte di tante donne, racconta storie che si somigliano dove la violenza nasce e si consuma per di più nei luoghi più intimi, governati da un sistema familiare, per alcuni aspetti ancorato a retaggi patriarcali. Non sono serviti nuovi strumenti di legge, i femminicidi sono aumentati e  negli ultimi 5 anni il numero di donne che hanno subito almeno una forma di violenza fisica o sessuale ammonta a 2 milioni 435 mila, l’11,3% delle donne dai 16 ai 70 anni. 

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15 Maggio 2023

ONDE DI MARISA CIARDIELLO

di Lydia Tarsitano

LA MOSTRA AL MUSEO STORICO ARCHEOLOGICO DI NOLA DAL 13 MAGGIO AL 5 GIUGNO 2023  – ingresso gratuito

Emozioni, sensazioni, stati d’animo scorrono sulle lucide superfici e come onde accarezzano la materia senza lasciare segni, poi veloci si increspano sotto lo slancio creativo dando vita a figure palpitanti, coinvolgenti.Un mondo di creature prive di contorni , senza tempo, che dall’ispirazione traggono la notevole forza espressiva e nelle forme racchiudono gli echi del mondo classico: la personale di Marisa Ciardiello dal suggestivo titolo Onde è allestita al primo piano del Museo Storico Archeologico, in un dialogo continuo e ricco di spunti semantici con le opere di età imperiale ed i reperti archeologici esposti nel Museo, luogo evocativo della storia del territorio dell’Ager Nolanus.

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20 marzo 2023

LA DOPPIA VIOLENZA DEGLI ORFANI DI FEMMINICIDIO

di Cinzia Rosaria Baldi

A NAPOLI SU INIZIATIVA DELLA CGIL UN DIBATTITO PER SENSIBILIZZARE SULLE FERITE DI CHI RESTA Giovedì 23 (ore 15)

Sono oltre 2.000 gli orfani di femminicidio in Italia. Nel 2020, in piena pandemia, nel chiuso delle mura domestiche in un silenzio che non hanno protetto, tra marzo e giugno, le donne vittime di violenza con figli sono state ben 3.801.La doppia violenza dei femminicidi è una striscia di sangue che non si arresta  e lascia ferite in chi resta. I figli sono anch’essi vittime, ma non riconosciuti tali, eppure assistono e in alcuni casi subiscono la violenza. Femminicidio, quindi, non significa solo donne uccise, ma altre vittime dopo , familiari, figli, e chi ha amato davvero la donna.

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7 marzo 2023

A GUERRIERA GUERRIERI L’OMAGGIO DELLA BIBLIOTECA DI NAPOLI

della Redazione – NA –


A Guerriera Guerrieri  tutti gli studiosi di Napoli, e non solo, devono “la salvazione di tutto il patrimonio librario della Biblioteca Nazionale” così scrive Benedetto Croce, ma  come capita spesso, si dimenticano le donne che hanno svolto  con grande  abnegazione il loro lavoro .
Di Guerriera Guerrieri  pochi ormai si ricordano eppure ha salvato in piena guerra un immenso patrimonio librario tra i più preziosi e antichi al mondo, ed a lei si deve la successiva risistemazione  dei libri e delle collezioni della  nazionale. Oggi resta un riferimento indispensabile per quanti si apprestano a fare ricerche sulla storia della Biblioteca Nazionale di Napoli e sui suoi manoscritti.
“ L’intitolazione alla Guerrieri  del Monumentale  Salone di Lettura– spiega Maria Iannotti, direttrice della Biblioteca Nazionale – non è un atto dovuto, ma  è il segno della riconoscenza della città alla sua opera e  vuole rappresentare un modo per dare visibilità alla professione di bibliotecario, di cui non  si è ancora compresa appieno il ruolo sociale e scientifico. “
Guerriera Guerrieri diresse la Biblioteca Nazionale di Napoli dal 1943 al 1967 , anni segnati dalla guerra. Una donna semplice, rispettosa  del suo ruolo, ma energica e  volitiva all’occorrenza,   difese strenuamente la biblioteca  prima dagli occupatori tedeschi, poi dagli alleati presenti in biblioteca. Negli anni Cinquanta e Sessanta organizzò mostre bibliografiche ed eventi culturali, impiantò un piccolo laboratorio di legatoria e di primo restauro. La sua opera di direttrice e soprintendente poi fu sempre improntata di grande modernità, antesignana nell’introdurre metodiche di archiviazione   divenute la base della futura catalogazione, promosse la costituzione della Sezione della Campania e della Calabria, dell’ AIB (Associazione Italiana Biblioteche) di cui fu presidente ininterrottamente dal 1948 al 1976 e poi presidente onoraria e consigliere, fino al 1979.

Una donna, chiamata appunto GUERRIERA, destinata dal padre fin da principio a mettere da parte la sua femminilità ed a mostrarsi sempre forte e pronta a battersi per difendere i suoi principi, – aggiunge il portavoce della Biblioteca Lydia TarsitanoLei non si sottrasse al destino del suo nome , ma anzi lo sfidò dando prova di esserne più che all’altezza: dotata di un’ incredibile capacità, di problem solving, strutturato sulla grande competenza e conoscenza scientifica da una parte, e dall’altra sul grande pragmatismo e sull’abilità di intessere le relazioni giuste in modo solido, seppe superarequello che era un ‘gape’ all’epoca , il fattodi essere una donna e che ambiva alla direzione di un’importante istituzione di studi e cultura.

In più occasioni l’attuale direttrice Iannotti – continua Lydia Tarsitano – ha ricordato che entrando per la prima volta a far parte dell’organico della Nazionale, aveva scoperto che nella biblioteca il personale era diviso tra chi aveva conosciuta la Guerrieri ed avevaavuto modo di apprezzarla ed elevarla a valore di mito e se ne vantava, e chi no. Io ho avuto la fortuna di conoscerla, ma molti anni prima di iniziare la mia collaborazione con la biblioteca, ero ancora una giovanissima studentessa e salii con apprensione lo scalone che da via Verdi [allora aperto] conduce all’ingresso della Biblioteca. All’interno l’ambiente dettava uguale soggezione, e la mia ricerca bibliografica sembrava un problema insormontabile, poi mi condussero da lei, nel suo appartamento nell’ammezzato del primo piano, già non era più direttrice, ero ancora più intimidita e forse anche spaventatadal silenzio, dalla scarsa luce e dall’aspetto fisico imponente, ma lei subito mi mise a mio agio, e mi diede a memoria tutte le informazioni di cui avevo bisogno per i miei studi. La Guerrieri all’apparenza brusca come il nome e l’aspetto fisico inducevano a credere, infatti, rararamente mostrava il suo cuore pieno di amore e tenerezza materna per la sua Biblioteca, per il suo personale, per i lettori ed in particolare per i più giovani a cui si dedicò nell’insegnamento e nella formazione alla professione.”

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