MUSEO E BIBLIOTECA UNITI DALLA STORIA  

La Reggia sul mare ha incantato  e stupito anche questa volta, raggiungendo con il suo fascino  i visitatori venuti a Napoli, l’11 e 12 gennaio, da varie parti del vecchio continente, per il meeting dell’ Associazione Residenze Reali Europee (ARRE). Gli ospiti provenienti dalle più belle Regge conosciute, da Versailles al Castello di Sissi, dal Palazzo del Principato di Monaco alla residenza dell’ultimo re di Polonia, Stanislao II,  erano un pubblico non facile da  stupire e conquistare, già uso agli stucchi dorati, agli arredi sfarzosi, ai soffitti affrescati , ma che a Napoli hanno trovato un fascino diverso, la bellezza di un Palazzo Reale avvolto dal mare, che come un prezioso scrigno conserva e rimanda seduzioni molteplici  dove la storia si racconta attraverso narrazioni tridimensionali, architettoniche, artistiche , ma anche documentali,  costituite da testimonianze autentiche.

Il tema dell’incontro era proprio questo,  il nodo della tutela e valorizzazione museale dei palazzi che ospitano al loro interno non soltanto i Musei ma anche altre realtà di uffici o servizi; i  delegati dei sette paesi rappresentati (Austria, Germania, Francia, Ungheria, Monaco, Polonia e Italia) si sono confrontarsi ed  hanno discusso delle varie problematiche e delle possibili soluzioni relative alla gestione di queste convivenze complicate,  che a volte presentano vere difficoltà . Alcune Regge europee ospitano rami del parlamento o organi di governo locale, residenze dei capi di Stato o istituti con esigenze differenti da quelle museali.

 A Napoli nell’ala est di Palazzo Reale, che guarda verso il Maschio Angioino e sovrasta il porto di Napoli, fu trasferita dal 1927 la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, già Reale Biblioteca Borbonica, ormai è passato quasi  un secolo! Nelle belle sale  corredate  da  splendidi stucchi, alcune anche  da affreschi settecenteschi, e completate di arredi da biblioteca di notevole fattura,  si sono di giorno in giorno composti nuovi vissuti. Nelle sale di studio si sono fermati  nel tempo famosi scrittori, scienziati, eminenti medici, cattedratici, avvocati illustri, noti artisti , musicisti e lo stesso Ministro della cultura Sangiuliano, che hanno aggiunta una nuova memoria alla storia del palazzo, senza cancellare la precedente. Negli ambienti  l’eco delle danze reali si mescola in lontananza al boato delle bombe che colpirono il palazzo  durante la seconda guerra mondiale,  mentre la storia dei sovrani che hanno dimorato nel palazzo  si rafforza attraverso le testimonianze di codici , autografi e manoscritti dell’epoca.

I napoletani che tornano dalle isole a bordo di aliscafi e traghetti scorgono da lontano la grande Reggia della città, e riconoscono le sale della biblioteca dove hanno studiato o studiano. Le memorie si sommano a quelle dei più anziani, che percorrendo via Verdi, prima di arrivare ai Cavalli di Bronzo, scorgono la grande scritta Biblioteca Nazionale che sovrasta il bel cancello  tenuto chiuso dagli anni del terrorismo, e si chiedono perché non riapre, restituendo un altro pezzo di storia alla città?

Le delegazioni dell’ Associazione Residenze Reali Europee sono state accolte  dal direttore Mario Epifani [nella foto ] che ha aperto i lavori parlando della coesistenza di vari istituiti all’interno del Palazzo Reale, in particolare la Biblioteca Nazionale, dove i rappresentanti di ARRE stati condotti in visita riaprendo eccezionalmente per l’occasione la porta che separa il  museo, dagli ambienti ora a sede della Biblioteca: le Sale di Consultazione. Ad accoglierli la responsabile della Biblioteca nazionale Lucia Marinelli, la responsabile della sezione Consultazione Vanda Valitutto e la responsabile del Polo SBN Maria Rosaria Imbriani che ha illustrato il percorso di visita coadiuvata da Titty Minopoli, insieme ad un folto gruppo di bibliotecari, funzionari e personale.

Una porta simbolica, che non separa, ma che schiude a nuove suggestioni di memoria. Gli ospiti stranieri  hanno attraversato la porta diretti come i sovrani dall’ Appartamento di Etichetta alle loro stanze private. Fuori l’incanto del giardino pensile affacciato sul mare per un momento ha ricreato la magia: ecco il rumore della seta degli abiti sontuosi ornati di pizzi e velluti,  che strusciano mentre la Regina e le dame di corte accelerano il passo per ritirarsi. Ecco i bagni reali con la Venere che sorge dalle acque e i dipinti che richiamano le antichità di Pompei e di Ercolano. Le memorie si intrecciano e rivivono, e la storia la tocchi con mano, non la raccontano più solo gli oggetti di un museo. Perché lì a pochi passi, nelle stanze vicine, ci sono i ritrovamenti di quegli scavi: i famosi Papiri di Ercolano, unici, irripetibili. E più avanti tutti i tomi delle “Antichità di Ercolano”, una  pubblicazione di pregio voluta da Carlo di Borbone per trasmettere in tutta Europa  l’immagine di una corte maestosa,  che vantava il ritrovamento dei preziosi reperti archeologici di Pompei ed Ercolano.

La pubblicazione è frutto di un prestigioso un polo tipografico editoriale a servizio della Monarchia delle Due Sicilie, che si avvaleva dei migliori incisori e disegnatori dell’epoca, attivo fino a metà 800, e che aveva sede in Palazzo Reale. Perché fin dalle epoca di Carlo di Borbone il Palazzo Reale di Napoli si presenta proprio così come cittadella polivalente,  dove coesistono diverse realtà,  dalle sede di governo,  alle realtà produttive, ed anche la Biblioteca privata del re, la biblioteca Palatina, oggi confluita nella Biblioteca Nazionale di Napoli.

Gli ambienti, le architetture, i quadri, gli oggetti e gli arredi  di una Reggia raccontano la storia di una dinastia, l’iconografia del palazzo ed a volte l’iconologia delle immagini che vi sono racchiuse. Le collezioni della biblioteca  documentano il vissuto, le emozioni, il pensiero di chi ha abitato queste stanze, offrendo al visitatore un approccio di lettura nuovo ed in più.

 La sala Palatina , con  il leggio  rotante della Regina Maria Carolina e un pregiato tavolo di lettura (che appunto si ammira durante la visita al secondo piano) racchiude la storia di una regina contraddittoria,  negli ultimi anni crudele nel perseguitare i rivoluzionari della Repubblica Napoletana, ma negli anni precedenti di regno  intellettuale sensibile e raffinata :  seduta al suo tavolo di lettura forse la regina conversava con Eleonora Pimentel Fonseca, che aveva scelto come bibliotecaria,  e forse qualche volta, vogliamo immaginarlo,   si intratteneva   con  accademici come Gaetano Filangieri, Domenico Cirillo e Giuseppe Maria Galanti.  

Il tour è proposto tutti i giorni a chi ha voglia di conoscere la grande biblioteca napoletana gratuitamente. Le Visite accompagnate, che comprendono anche la sezione Lucchesi Palli ed -a richiesta- la Biblioteca di Elena D’Aosta con la collezione di zoologia, sono  gratuite e si  effettuano  da lunedì a giovedì alle 12:00 e alle 16:00, venerdì solo alle 12,00 e non occorre prenotazione. Qualcuno proprio sulla gratuità della visita getta qualche frecciatina, così come è gratuita la visita ai bei giardini del Palazzo, ma in una visione moderna di fruizione di beni storici ed architettonici, favorire la massima accessibilità può educare a visitare i siti storici e far aumentare la frequentazione degli stessi musei. Inoltre è limitativo calcolare il gettito prodotto dai musei, misurando solo la vendita dei biglietti, senza tener conto della ricaduta sull’indotto circostante di attività di ristoro e di accoglienza, e  di terziario in genere.

A Napoli la coesistenza tra Museo e Biblioteca nessuno la discute più, la Biblioteca appartiene alla storia della città, certo la convivenza, non si nega, presenta qualche difficoltà, ma la risoluzione dei problemi è favorita dallo essere entrambi gli istituti dipendenti del Ministero della Cultura. Ciò che manca è , la piena autonomia gestionale della Biblioteca Nazionale di Napoli, che consentirebbe una maggiore speditezza nelle decisioni ed effettuazioni. Eppure la Biblioteca di Napoli, la prima ad essere dichiarata Biblioteca nazionale Italiana,  si può considerare per l’importanza del patrimonio librario la terza d’Italia, dopo le due Biblioteche centrali di Firenze e Roma, che l’autonomia c’è l’hanno e come.

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