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8 giugno 2016

“Arma nostra sunt libri”Manoscritti e incunaboli miniati della Biblioteca di San Domenico Maggiore di Napoli

13388943_10154131634599564_666083866_oAndrea Improta attraverso uno scrupoloso studio ed un’accurata ricerca offre  un importante e nuovo contributo alla conoscenza della miniatura, e nello stesso tempo documenta in modo rigoroso la storia della antica biblioteca del convento di San Domenico Maggiore dove, negli anni napoletani, studiò Tommaso d’Aquino

di LydiaTarsitano

 Il volume, edito da Nerbini, frutto di uno scrupoloso studio e di un’accurata ricerca,  per la prima volta,  mette in luce, un patrimonio librario di notevole importanza storico ed artistico, in larga parte costituito da manoscritti databili dal XII al XVI secolo, ancora sconosciuto e nello stesso tempo documenta in modo rigoroso la storia della antica biblioteca del convento napoletano di San Domenico Maggiore, la più ricca e famosa biblioteca dell’Ordine Domenicano  in Italia meridionale, da molti storici  celebrata per la grande quantità di volumi, che non aveva pari in Italia, e per la bellezza della sala di lettura rivestita di affreschi. Dall’analisi del prezioso patrimonio, svolta da Andrea Improta, affiorano, infatti, le vicende  che portarono alla  formazione, allo sviluppo ed incremento, ed infine al  declino della biblioteca.

copertina

In copertina: Napoli, Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III», ms. XIV.D.28, Collettario ad uso domenicano, c. 17r.

Oltre a bellissimi miniati realizzati a Napoli, appartenevano alla libraria conventuale anche manoscritti e incunaboli prodotti in altre aree geografiche: Padova, Venezia, Bologna, Roma e il Lazio, il Piemonte, la Toscana, la Calabria e l’Abruzzo, la Francia e l’Inghilterra. Essi testimoniano l’ampio raggio dei contatti intrattenuti dal convento napoletano e offrono in molti casi un contributo nuovo alla conoscenza della miniatura, fiorita nei vari centri di produzione.  Andrea Improta, infatti,  nel corso di una indagine sistematica svolta con grande tenacia, ha individuato circa quaranta manoscritti miniati e sei incunaboli, pure miniati, nella maggior parte dei casi sconosciuti agli studi di miniatura, rintracciati nella Biblioteca Nazionale di Napoli, nella Biblioteca Apostolica Vaticana e infine nella Biblioteca Casanatense di Roma . Di tutti lo studioso, con rigoroso metodo filologico, ha ricostruito le vicende precedenti l’ingresso nella biblioteca ed ha individuato l’area di produzione, confermando che i libri dei religiosi giungevano anche da centri lontani, in seguito a donazioni o a lasciti, costituendoe sviluppando la biblioteca nel corso dei secoli.

Il libro di Andrea ImprotaArma nostra sunt libri. Manoscritti e incunaboli miniati della Biblioteca di San Domenico Maggiore di Napoli“si presenta a Napoli alla  Biblioteca Nazionale Venerdì 10 giugno (ore 16,30) con  Paola Zito (Seconda università Napoli),  Rosalba di Meglio (università Federico II Napoli)   Cristina Pasqualetti(università Aquila)  , Federica Toniolo (università Padova), interverranno Simonetta Buttò, direttrice della biblioteca ed Alessandra Perriccioli Saggese (Seconda università Napoli) .

15 ottobre 2014

Leopardi dal cinema ad internet

Esposizione di Manoscritti  alla BNN

Esposizione di Manoscritti alla BNN

Nelle sale il film di Martone su  Leopardi”, gli autografi dei canti che hanno commosso intere generazioni, custoditi gelosamente a Napoli alla Nazionale, in internet nella biblioteca digitale 

di Lydia Tarsitano

Leopardi, il poeta dal cuore idillico e malinconico più amato dagli italiani, i cui versi memorabili permeati di soave romanticismo hanno ispirato rilevanti pagine della Letteratura, tornerà a farci sognare sul grande schermo. Dal 16 ottobre, con una grande mobilitazione delle scuole, debutta al cinema il film di Mario Martone sul poeta recanatese. Il film che ha già ricevuto apprezzamenti e critiche positive (tra queste quelle del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) è un invito a rincontrare il poeta della nostra giovinezza, caro agli adolescenti di tutti Italia, che liberato dall’alone di triste pessimismo, è un uomo che lotta per la sua libertà, un pensatore profondo che combatte per difendere i sentimenti, e le illusioni. E’ il Leopardi, poeta anche della maturità degli italiani, che a Napoli , città con cui stringe un legame profondo , conclude il suo percorso intellettuale guardando con grande modernità all’ esistenza umana, con l’ atteggiamento fiducioso di chi scopre la speranza dell’avvenire nella solidarietà, nella fratellanza umana.
A Napoli custoditi nella cassaforte della sezione Manoscritti della Biblioteca Nazionale, i suoi autografi continuano a raccontarci il suo animo ed il suo pensiero appassionato. L’emozione è grande ed è il pubblico accorre sempre numeroso ogni volta che vengono esposti  in occasione di aperture straordinarie. Per farsi che la suggestione di accostarsi ai testi manoscritti del poeta  la biblioteca napoletana ha reso  da tempo accessibile ai lettori di tutto il mondo i suoi celebri canti, pubblicandoli su internet.
Il regista Mario Martone non è nuovo al mondo leopardiano, ha già diretto e messo in scena nel 2011 le Operette morali , lavoro che gli ha meritato il premio letterario ‘La Ginestra’.