LA POESIA PER TUTTI DI PATRIZIA CAVALLI

di Lydia Tarsitano

Patrizia Cavalli , una delle più voci più interessanti del panorama contemporaneo, è la protagonista del prossimo incontro (23 maggio ore 16,30) della Rassegna SGUARDI FEMMINILI curata dalla filosofa Ester Basile per la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli. Considerata tra le più grandi poetesse italiane del secondo Novecento per la grande ed originale capacità lirica che fin dagli esordi le fu riconosciuta, infatti, già nell’anno 1976, viene inserita in Donne in poesiaAntologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra a oggi, insieme ad autrici italiane  del calibro di Maria Luisa Spaziani, Vivian Lamarque, Amelia Rosselli, Anna Maria Ortese e da subito fu accostata a Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini per suoi versi che evocano una profonda   dimensione “esistenziale”. Nei suoi versi si avvicendano, infatti, disperazione e speranza, buio e luce, vita e morte, contrasti e armonie, profondità e leggerezza, che la Cavalli mescola con sapiente tecnica componendo uno straordinario equilibrio.

La Cavalli è stata tra le voci poetiche del Novecento a dare spazio in poesia al prosastico, alle piccole cose significanti, quelle piccole epifanie che lentamente emergono dai gesti comuni e arricchiscono di senso la parabola della nostra vita. Non deve fuorviare, perciò, la semplicità delle parole che compongono i suoi versi, la spontaneità senza retorica con cui li leggeva nei teatri, dietro l’apparente profilo non ricercato  della sua poesia si nasconde un apparato complesso di ricerca stilistica e una metrica discendente da canoni classici. Distingue la poesia della Cavalli l’immediatezza narrativa, ricca di musicalità, ironia e del gusto del recitativo, che  emerge con più forza nelle poesie degli ultimi anni; La poeta  adopera un linguaggio comprensibile a tutti, in cui si riconosce ogni ceto sociale, dando vita ad uno stile originalissimo che matura nella composizione cronologica delle varie pubblicazioni, restando fermamente ancorato a se stesso.

La poesia è per la Cavalli  un sistema di pensiero connaturato, una pratica familiare intima che coltiva fin dalla primissima giovinezza vissuta a Todi sua città natale.  L’esordio poetico avviene a Roma  dove si trasferisce nel 1968;   sono gli anni delle prime manifestazioni giovanili, delle contestazioni universitarie, delle occupazioni di scuole e di fabbriche, e in tale fervore rivoluzionario Patrizia Cavalli si avvicina al mondo culturale della capitale degli anni ‘70 e  conosce e diviene amica della scrittrice Elsa Morante, che ne scopre la vocazione poetica, fu proprio lei a battezzarla: «Patrizia, sei una poeta» ed ad introdurla nel fertile mondo letterario romano di quegli anni. Da questo sodalizio  nel 1974 nasce la prima raccolta di poesie, dedicata proprio alla Morante, Le mie poesie non cambieranno il mondo, che viene  pubblicata da Einaudi.

La raccolta ottiene immediato  successo e la Cavalli si fa notare immediatamente per lo stile di scrittura dirompente e per la tensione poetica che emanano i suoi versi. La sua vita letteraria continua con nuove pubblicazioni, sempre per Einaudi, le raccolte Il cielo (1981), L’io singolare proprio mio (1992) — entrambe riunite poi nel medesimo anno in Poesie (1974-1992). Proseguono poi le pubblicazioni di Sempre aperto teatro (1999, Premio Letterario Viareggio-Repaci), Pigre divinità e pigra sorte (2006, Premio Dessì), Datura (2013) e Vita meravigliosa (2020). Le sue poesie sono state tradotte in varie lingue, tra cui il francese, l’inglese, lo spagnolo e il tedesco. Unica poeta vivente ad aver ricevuto nel 2017 dall’Accademia Nazionale dei Lincei il prestigioso premio Feltrinelli,  nel 2019, Con passi giapponesi, il suo primo e unico romanzo, è finalista del Premio Campiello.

Patrizia Cavalli scomparsa nel 2022, a 75 anni dopo lunga malattia, non cambiò il mondo ma lascia  un grande vuoto  nell’ambito della letteratura italiana contemporanea.

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