Alle falde del Vesuvio fiorisce l’Arazzo – Un itinerario tra fede ed arte, attraverso la storia e le tradizioni della area vesuviana.
(Torre del Greco– Ly.tar-)Un “Arazzo in fiore” , un’opera di originalità assoluta, è esposto a Torre del Greco nella Sala del Santuario Maria Santissima del Buon Consiglio a pochi passi da Villa delle Ginestre, la casa museo dove soggiornò Leopardi. Il monumentale arazzo è stato progettato da Raffaele Panariello, noto maestro d’arte, allievo di Armando De Stefano. L’opera, realizzata interamente con fiori freschi interi, rappresenta una novità nell’ambito della tradizione delle decorazioni floreali italiane e straniere. Un’ulteriore sperimentazione, adottata a Torre del Greco, è data dall’esecuzione in verticale. La cosiddetta “Infiorata “ di origine barocca , nel cui solco si inserisce la lavorazione, consiste, invece, nel realizzare per mezzo di petali, fiori o parti di essi, quadri a soggetto, per fare da tappeto a processioni , generalmente in occasione della festività cattolica del Corpus Domini. (ne si trovano notizie in un manoscritto redatto da un ignoto autore, conservato alla Biblioteca Nazionale di Roma narra la “Storia dell’origine dell’Infiorata”)
La gigantesca immagine ( metri 4×5), nata da un’idea di Giovanni De Felice e di Aniello Di Gennaro, e realizzata dal maestro Panariello, noto per le sue ricerche con materiali e tecniche diverse, rappresenta l’immagine della Madonna del Buon Consiglio che campeggia al centro dell’arazzo, a fianco il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe , con il Vescovo Emerito di Roma Joseph Ratzinger per ricordare l’anno della Fede. Per realizzare l’icona floreale sono occorsi 3 giorni di lavoro ed oltre 20.000 (garofani e garofanini) provenienti da alcune aziende florovivaistiche della zona vesuviana. Ma lo sforzo maggiore è stato il paziente e continuo impegno di ricerca per reperire i fiori dei colori appropriati in grado di rispettare il gusto cromatico, la naturalezza dell’incarnato dei personaggi e di creare le sfumature e le prospettive. Il quadro floreale sbalordisce per la somiglianza del ritratto, l’arte di Panariello incanta gli spettatori coinvolti dalle immagini, che invocano, invitano, abbracciano.L’opera per ancora pochi giorni in mostra è strettamente legata al territorio, alla Contrada, oggi un centro ad alta densità abitativa e di traffico veicolare, la cui anima restano le serre, che ancora danno lavoro a molti braccianti.
Santuario della Madonna del Buon Consiglio Indirizzo via Nazionale, 932 Torre del Greco
Festeggiamenti in onore della Madonna del Buon Consiglio – con riti liturgici e manifestazioni culturali –
22-26 aprile
Mostra d’arte “ITINERARI” a cura delle associazioni culturali “Prometeo” e “Amici dell’Arte” Onlus – Sez. Campania e del Comitato di Quartiere “Contrada Leopardi” e dell’ “Arazzo in fiore”,
In corso Mostra di Diorami Pasquali al Santuario organizzata da Associazione Italiana Amici del Presepe Un diorama è una rappresentazione costruita in maniera prospettica, chiusa e visibile attraverso una sola apertura, chiamata “boccascena”. L’insieme dei diorami esposti nella mostra propongono al visitatore, attraverso un ideale, suggestivo percorso, singoli “scenari” tra i più significativi tratti dall’affascinante e coinvolgente evento della Passione di Cristo. Sono in mostra sei scene : “ L’ultima cena di Ferraro GianBattista – Il Getsemani di Vetrano Paolo – Il bacio di Giuda di Molli Alfredo – La Crocefissione di Iuliano Franco – La Resurrezione di Avano Francesco – Le donne al sepolcro di Di Maio Giuseppe.
Info press Francesco Manca
La città di Torre del Greco sorge al centro del golfo di Napoli, alle falde del Vesuvio,ed è raggiungibile attraverso l’autostrada Napoli-Salerno. La città è collegata attraverso le linee delle FF.SS e della Circumvesuviana
L’edificio fu costruito nel Settecento dal canonico Giuseppe Simioli, professore di teologia al Seminario Arcivescovile di Napoli, che vi ospitava spesso uomini valenti nelle lettere e nelle arti, come Bernardo Tanucci e Luigi Vanvitelli. Nell’Ottocento la villa passò alla famiglia Ferrigni. Nel 1836 Antonio Ranieri, cognato del proprietario, vi ospitò l’amico Giacomo Leopardi, il quale vi soggiornò fino al marzo 1837, e ivi scrisse diversi Pensieri, Il “tramonto della luna” e “La ginestra”, lirica da cui la villa prese il nome.
Il portico di colonne doriche, con il sovrastante terrazzo, fu aggiunto successivamente, nel 1907. La lapide sulla destra ricorda il soggiorno del grande poeta. Dopo l’avvicendarsi di diversi proprietari ed alcuni anni di incuria, la villa è stata acquistata dallo stato nel 1962 per l’Università di Napoli Federico II, che l’ha data in comodato all’Ente per le Ville vesuviane; restaurata grazie al Centro Studi Leopardiani di Recanati, è destinata ad ospitare eventi culturali e di celebrazione dell’opera di Leopardi.
Il costo del Biglietto è di € 3,00 comprensivo sia per gruppi che per singoli visitatori del servizio di visita guidata.Per le prenotazioni l’Ufficio Eventi : 081 7322134 o all’indirizzo e-mail ufficioeventi@villevesuviane.net
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